Dellavita, Dellamorte e Altro
di Leo Spanu
La democrazia ha cancellato le classi sociali? Ci abbiamo
creduto in tanti ma non è vero che gli uomini sono tutti uguali: neanche da morti.
Un grande esperto dell’imbecillità umana, Totò ( Antonio De Curtis) si era illuso
pure lui ( A’ livella) di una presunta parità post mortem invece ci sono molte
classi per i morti.
Vediamone alcune.
Ci sono quelli di serie A, in genere militari morti durante
il loro servizio. Per loro, tutti gli onori e i riconoscimenti, funerale di
stato in diretta Rai con minimo un vescovo, corona dl presidente della
Repubblica trasportata da due corazzieri, onorevoli vari, folla plaudente, tre giorni di lutto e tre giorni di articoli
sulla stampa nazionale.
Per un operaio che muore durante il lavoro, quattro ore di sciopero della sua categoria, un
solo giorno di lutto nel paese natio, funerale in differita, due giorni di
presenza sul giornale locale. Solo serie B, ma siamo ancora in una categorie alte.
Una tromba d’aria che
solleva una macchina e uccide una ragazza vale un giorno di cronaca con
commenti vari (serie D-F) sui danni del
maltempo e dei cambiamenti climatici ma se si muore durante un terremoto allora la storia si complica e
torniamo alla serie A.
Ancora onorevoli,
onoranze funebri con cardinale
incorporato che durano quanto la ricostruzione dei paesi crollati (un’eternità); anzi la storia viene diluita e pubblicata a
puntate dai giornali popolari e dalle trasmissioni cialtrone di una certa
televisione; si chiama vita in diretta ma si parla sempre di morti ammazzati e altre amenità. Si chiama anche TV del dolore e sembra che renda molti soldi
per tutti gli imbecilli che godono di questi spettacoli.
I morti del terremoto
rimangono di serie A per molto tempo, almeno quelli del centro sud, dove
popolazioni piagnone hanno la lacrima fissa sul viso e aspettano un aiuto infinito
dallo stato.
C’è gente, sulla rete, che chiede di togliere i contributi ai
migranti per darli sempre e solo a quelli di Amatrice. Da anni ci stanno
facendo e rifacendo “i cosi” così, all’amatriciana e ancora non abbiamo finito
di piangere.
Non ho mai capito perché in
Friuli, dopo il giusto periodo di lutto, si sono rimboccati le maniche ed hanno
ricostruito tutto senza farsi compiangere dal resto dell’Italia.
In serie C, troviamo i femminicidi e gli infanticidi. Qui “l’urlo
di dolore” della brava gente (e dei politici) si concentra sul “vendetta,
tremenda vendetta”. Due fiori posati
velocemente sul posto dove sono “cadute” le vittime, poi via di corsa per il linciaggio
dei colpevoli.
Quanto ci piace questo ruolo di giudici carnefici, quanto ci piace
la legge del taglione, occhio per occhio, dente per dente; duemila anni di
cristianesimo cancellati in pochi anni.
E anche la cultura, che doveva dare le giuste risposte i problemi della
vita sta alzando bandiera bianca. La cultura
sta diventando sempre più un fatto di minoranze di snob e di
parassiti che non hanno diritto di
parola.
Oggi se cerchi di dire pubblicamente qualcosa di buon senso vieni aggredito dalle contumelie e dalle volgarità
di assatanati tifosi di vantata estrazione leghista, fascista e razzista.
Con la storia
dell’uno vale uno (ma da oggi, grazie a Di Maio, anche zero vale uno) l’opinione
dell’ultimo dei coglioni vale quanto quella di Einstein.
Tornando alla nostra classifica (in discesa) dei morti meno
importanti, bisogna dire che l’alfabeto non basta più. A parte quelli ammazzati
dalle “democrazie” ad est e a ovest del
pianeta perché dissidenti politici ed economici, ci sono quelli sparati dalle “non guerre” dell’Africa
e del medio Oriente, morti invisibili di
cui non sappiamo niente: non ne parla mai nessuno, a parte il Papa che ormai si
rivolge a gente cieca, sorda e muta.
Appaiono sulla scena
mondiale solo quando muoiono a migliaia o a decine di migliaia, per un bombardamento “sbagliato” di bombe
intelligenti, o per qualche cataclisma che va sempre a finire sui paesi più
poveri. Questi morti li possiamo classificare
all’ultimo posto, serie Z. Fanno notizia, due minuti di telegiornale, solo
quando sono tanti,
E quelli che muoiono annegati nel mare Mediterraneo?
Questi sono fuori classifica, non contano. Come ha scritto (su FB) una gentile signora, sono cibo per i pesci.
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