Post

Giorgio Gaber: Io mi chiamo G

 di Leo Spanu Da qualche tempo c'è un'invasione di fratelli d'Italia (neanche lontanamente miei parenti, per fortuna) che hanno invaso Rai Uno-Due-Tre. Col sorriso di uno che è appena venuto (per auto erotismo?) uomini di carta straccia ci raccontano quanto è diventata bella, felice e contenta la gente del Belpaese da quando madonna Meloni è venuta ad illuminare e salvare il nostro paese, una specie di " Rosa fresca aulentissima che apparisti (alla fine) dell'estate " e inizio autunno (libera traduzione dall'italiano-siculo del 1200). Avendo accumulato qualche anno nel mio curriculum vitae mi capita, sempre più sovente, di fare confronti col passato: ma davvero un tempo eravamo messi così male? Io non me ne sono accorto perchè troppo impegnato a cercare di vivere decentemente e dignitosamente ma, avendo i neuroni in disarmo (la vecchiaia è carogna), posso ricordare poco e allora chiedo aiuto ad un mio vecchio amico (purtroppo scomparso), Giorgio Gaber. E...

Cinema, mon amour

Immagine
 di Leo Spanu Sono cresciuto a panini (senza niente dentro), giornalini (oggi "fumetti", quando Superman si chiamava Nembo Kid ), libri (tutto Salgar i e Verne ), musica (l'incontro col rock, con Lucille di Little Richard e Coccinella di Ghigo ), e cinema con  Lo scudo dei Falworth (con Tony Curtis e Janet Leight ) e Ulisse (con Kirk Douglas e Silvana Mangano ). All'epoca si giocava in strada, le automobili erano poche (leggete il mio romanzo I ragazzi delle case INCIS , EDES Sassari, 2012), le ginocchia erano continuamente sbucciate (si portavano i pantaloni corti anche d'inverno) e il futuro era fatto di sogni e di allegria. A farmi sognare di più erano i film, in bianco e nero o a colori non importa: ho visto di tutto, La tunica (con Richard Burton e  Victor Mature , l'attore che sembrava sempre sul punto di piangere), L'ultimo apache (con Burt Lancaster , l'unico indiano con gli occhi azzurro. Adoravo questo film.) Marcellino pane e vino...

Arte contemporanea: le "bijnga" dal Giappone

Immagine
 di Leo Spanu Ikenaga Yasunari (1965) è un artista giapponese che dipinge su tela di lino le "bijnga", cioè ritratti di belle donne recuperando una forma artistica del XIX secolo. Bisogna ammettere che le sue opere sono gradevoli e infatti il successo è tale che ormai le sue "ragazze" sono finite anche sui calendari.

Brescia e dintorni 3

Immagine
 di Leo Spanu Ancora immagini di bresciani innamorati della loro città. E hanno ragione perchè Brescia è una citta d'arte ricca di sorprese e quest'anno, finalmente, si può presentare in pompa magna e in tutta la sua bellezza a quanti pensano che sia solo una grigia e triste città industriale. E se qualcuno vuole saperne di più propongo, ancora una volta il mio romanzo " A Brescia non c'è la nebbia" edizioni EDES Sassari 2018. Elide Carlino Brescia. Via Veronica Gambara Fausto Scaroni Brescia. Panorama Brescia. Duomo Vecchio e duomo Nuovo Franco Castellini Brescia. Vicolo San Faustino Lorenzo Bacchetti Brescia 1970. Piazza Duomo Nemesio De Rossi Gardone Riviera Mauro Sturla Brescia. Castello e vigneto della Pusterla. Il più grande vigneto "cittadino" d'Italia. Brescia. Chiesa di San Francesco. XIII secolo Brescia. Chiesa di san Giorgio XIII secolo, rimaneggiata nel 1639 Brescia. Chiesa di san Lorenzo XV secolo, rimaneggiata nel XVIII Brescia. Chiesa ...