La fantascienza
di Leo Spanu
Quando ho cominciato a leggere romanzi di fantascienza (fine anni 50) noi
appassionati eravamo considerati marziani, semianalfabeti ed anche pò coglioni. Una forma di letteratura così inferiore era considerata "roba" per menti deboli. Ci
voleva Umberto Eco a recuperare la letteratura
cosiddetta popolare al giusto ruolo. Un romanzo è buono se è scritto bene: la classificazione del
genere è solo un metodo di definizione puramente statistica che non definisce il valore del testo. Basta pensare che molti classici della letteratura mondiale
sono stati pubblicati a puntate su giornali molto popolari.
Anche la mia signora, che pure è sempre stata una forte lettrice, non conosceva la
narrativa fantascientifica e pensava che
fosse un genere un po’ puerile. Del resto con la televisione che ti propinava
robaccia come Star Trek la diffidenza ( non solo sua) era giustificata.
Così feci una scelta di alcuni autori e romanzi
preferiti e dissi alla allora mia fidanzata: prova a leggerli poi mi dai un giudizio.
Lei era partita col piede giusto e cominciò ad apprezzare quei romanzi misconosciuti che spesso avevano un notevole spessore artistico. Ma i luoghi comuni sono duri a morire, ancora oggi alcuni miei conoscenti, gente di
cultura, quando sentono la parola fantascienza storcono la bocca, malgrado siano
passati tanti anni da quando “2001, Odissea nello spazio” ( film del 1968) di Stanley Kubrick ha tirato fuori dal ghetto la fantascienza.
Devo dire in verità che, ieri come oggi, quel film non mi piace e non l’ho mai capito. Il racconto “ La sentinella” (1948) di Clark, che ha dato lo spunto al film, era
molto molto più interessante; il romanzo scritto da Clark per il film ( intitolato appunto “ Odissea nello spazio”) invece è noioso. Come il film.
Comunque se qualcuno crede ancora che che la fantascienza sia una lettura
banale farò come con mia moglie: suggerirò alcuni titoli e buona lettura,
Arthur C. Clarke. Incontro con Rama. Urania, Mondadori Editore 1973
Cominciamo col citato Clarke (1917-2008) che con questo romanzo ha scritto
uno dei racconti migliori di incontri dell'uomo con mondi alieni.
La storia è molto semplice: un misterioso corpo celeste
viene segnalato dai radiotelescopi terrestri. Non si tratta di una cometa
ma di un immenso cilindro metallico che ruota su se stesso a velocità vertiginosa.
Viene quindi inviata una spedizione dalla terra per esplorare il corpo celeste ed
eventualmente prendere contatti con eventuali navigatori galattici.
Da leggere tutto in un fiato. Il romanzo ha avuto un seguito anni dopo:
Rama due. Stendiamo un velo pietoso per la grande stima che nutriamo
per Clarke.
Clifford D. Simak: Anni senza fine. Urania Mondadori 1964
Simak è uno dei "poeti" della fantascienza, e questo romanzo ne è una conferma. L'uomo è ormai scomparso da tempo dalla terra; è una fogura leggendaria, mitica che viene ricordata nei racconti di coloro che ormai hanno colonizzato il pianeta: i cani e i robot. Ventimila anni di storia vengono così narrate attraverso cronache e leggende. In realtà più che un romanzo organico si tratta di una serie di racconti, quasi dei frammenti di un ciclo di leggende. Scrive il narratore delle cronache:
malgrado studi e ricerche eseguite dai più grandi studiosi canini, non siamo ancora in grado di stabilire se la "leggenda" sia solo fantasia o abbia un qualche fondamento di verità.
Isaac Asimov: Il sole nudo. Urania Mondadori 1969
Per me il miglior romanzo del grande Asimov (1920-1992). Si , certo il ciclo di Fondazione e quello dei Robot con le tre famose legge, sono un monumento della letteratura fantascientifica ma questo romanzo "minore" è un gioiello. Anche angosciante perchè anticipa un mondo che ormai esiste davvero e che ancora non è giunto ai livelli del racconto di Asimov. Speriamo che qualcuno ci fermi o si fermi prima. Si tratta di un giallo classico con un investigatore che deve scoprire l'autore di un delitto. Il problema che si tratta di un mondo perfetto, dove gli abitanti vivono totalmente isolati tra di loro dentro sistemi chiusi e autosufficienti e comunicano solo attraverso strumenti elettronici ( telefoni ecc.). Nessun contatto fisico. Bello come mondo.
James Herbert. Nebbia. Urania Mondadori 1976
James Herbert (1943-2013) è un autore meno famoso rispetto agli altri che sono del "giganti" del settore ma il suo romanzo, che ha connotazioni horror, riesce a provocare qualche brivido. La nebbia che circonda Londra è decisamente più spaventosa dei quella del film di John Carpenter ( The fog 1980). Il romanzo è già una sceneggiatura e non si capisce come mai non sia mai stato trasportato sullo schermo. Forse perchè è talmente duro nei contenuti che certe pellicole di zombi al confronto fanno morire dal ridere
Kilgore Trout: Venere sulla conchiglia. Urania Mondadori 1976.
Kilgore Trout è nom-de-plume di un autore che ha preferito restare anonimo per un romanzo che esce decisamente dagli schemi tradizionali della fantascienza per aprire nuove prospettive ad una letteratura che ormai cominciava a fossilizzarsi per mancanza di idee e di nuovi autori. In realtà lo scrittore Philiph Josè Farmer (1918-2009) è l'autore di questo romanzo che negli USA provocò molto scalpore nel mondo della fantascienza perchè trattava di temi come il sesso e la religione fino a quel momento decisamente tabù. Kilgore Trout è un personaggio immaginario inventato dallo scrittore Kurt Vonnegut ( 1922-2007) che non gradì l'uso improprio del suo personaggio in scritti di altri autori. Il personaggio di Kilgore Trout è uno squattrinato scrittore di fantascienza che campa scrivendo racconti utilizzati come riempitivo in riviste pornografiche.
Robert Sheckley: Giardiniere di uomini. Urania Mondadori 1976
Robert Sheckley (1928-2005) è uno degli autori americani più divertenti. Le sue storie sono sempre incredibile ed esilaranti. Ho scelto una raccolta di racconti e non un romanzo perchè lo scrittore, nelle novelle,riesce a scatenare una serie di battute scoppiettanti come fuochi d'artificio. Nel racconto " Cipolle e carote" un brav'uomo abituato a subire prepotenze e soprusi da tutti per il suo buon carattere, decide di trasformarsi, una volta all'anno, in un " rompitore di santissimi" all'ennesima potenza. Lascerà un segno, in alcune località, che neanche un tornado.
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